di Dott. Luca Iovane
Da qualche tempo questo vocabolo inglese viene usato nella conversazione quotidiana e utilizzato dei giornali e riviste. Non sono tutti però al corrente della miriade di significati dietro questa parola. Il dizionario comunemente descrive questa figura come un allenatore, un istruttore, un insegnante privato che si dedica alla sua squadra senza riserve al fine di migliorarne le prestazioni. Il mercato del lavoro ha portato alla nascita del coaching che si propone di allenare manager e professionisti per ottenere performance eccellenti in ogni campo. Quindi viene considerato uno strumento di crescita esplorativa, orientato sull’autoconsapevolezza e l’autonomia professionale. La capacità di adattamento ai mercati in continua evoluzione, la sostenibilità del cambiamento e la flessibilità operativa hanno fatto si che questa nuova forma di formazione prendesse piede sempre di più nella sostenibilità dell’equilibrio aziendale ed organizzativo.
Da un punto di vista organizzativo il coaching è la capacità di assistere qualcuno ( o un gruppo, in questo caso si parla di Corporare coaching), nel processo di apprendimento e di sviluppo incrementando e sviluppando competenze. Si tratta di fornire al committente uno strumento idoneo per attivare il processo positivo di autosviluppo personale e professionale. L’allenamento nel mondo aziendale ha le stesse caratteristiche di base del training sportivo, volto a ottimizzare strategie e prestazioni. L’obiettivo comune è quello di canalizzare energie, talenti e potenzialità. L’essenzialità del coaching in realtà è molto semplice, di sicuro di forte impatto.
Il coach tende a lavorare con il suo cliente sui processi di realizzazione e sulle procedure con cui il cliente stesso raggiunge gli obiettivi professionali e personali. Con l’analisi del processo di realizzazione dell’obiettivo si attua una scomposizione e quindi sbloccare le cosiddette “variabili critiche” che bloccano o limitano il processo. Scomporre in minimi dettagli i dati iniziali, il suo vissuto la situazione con la quale vuole interagire, infatti l’obiettivo chiaro che porta alla pianificazione dei traguardi. L’interazione con il cliente è un rapporto di collaborazione basato sulla gestione del cambiamento e sullo sviluppo di attitudini e competenze che servono per arrivare alla meta prefissata.
La domanda sulle effettive differenze tra la formazione tradizionale e il coach trova risposta nel fatto che mentre i metodi di formazione tipici delle scuole di business non sembrano avere come meta fissa lo sviluppo delle performance che sfocia nella leadership ma piuttosto cura della prassi della tecnica professionale. Il vero coach sa che questo tipo di formazione non offre da solo risultati eccellenti in termini di autonomia, consapevolezza e competenza duratura nel tempo, quindi con un costante monitoraggio del processo si attua il cambiamento. Le sessioni di coach infatti sono distribuite nell’arco di un periodo costante. Una nota importante da chiarire è che il coach non è necessariamente un esperto, non da consigli ma fa molte domande. Il presupposto di partenza è che il cliente abbia in se tutte le risposte e le risorse per poter raggiungere i risultati desiderati, è insomma un campione da allenare al successo.
Se il coaching inserito in un contesto professionale ha un ruolo importante nella gestione delle risorse umane e dell’ottimizzazione della performance dell’individuo, i primi veri coach sono stati gli istruttori, gli allenatori, le guide tattiche degli atleti sportivi, attuando un controllo attivo e costante di schemi di raggiungimento della performance ottimale. Stratega, confidente, consulente, guida imparziale, il coach è una figura che più di ogni altri ricerca il successo del suo team, lavora con il singolo individuo per accelerarne lo sviluppo del potenziale. La tradizione ci offre molti spunti, infatti il termine coach viene preso in prestito dallo sport dove è noto che per ogni nuova squadra occorre studiarne a fondo le strategie più idonee.
Il coach conosce ogni singolo componente della squadra, nel caso di coaching organizzativo, altrimenti si chiama executive coaching, per potere stimolare in modo efficace la giusta resa e le motivazioni suggerendo il ruolo calibrato su ognuno. Il coaching insieme al counselling e al mentoring è una forma di consulenza che risponde in maniera differenziata alle esigenze di supporto richieste dalle persone durante momenti importanti della vita professionale e privata. La competenza più innovativa e vincente nel futuro di un manager è quella di interagire in modo organico con tutto il suo staff. Il vero leader non si cura solo di diffondere dettagliate informazioni tecniche e direttive, perché conosce l’importanza del gioco di squadra, raggiungendo con successo l’obiettivo personale e professionale.
L’executive coaching si inserisce in questo contesto come una formazione mirata e tagliata su misura per il manager, impegnato nella sua realtà organizzativa all’interno di una relazione individuale. L’intervento può essere finalizzato al rilancio della sua efficienza professionale e della carriera in un momento delicato di passaggio oppure il supporto contribuisce ad attuare il passaggio ad una successiva fase di carriera, esplorando strategie efficaci. L’innovazione e il percorso di coaching verso una migliore consapevolezza di talenti e competenze interpersonali giocano un ruolo fondamentale nella capacità direttiva di un leader.
Il coaching è in conclusione un metodo di facile applicabilità e fruibilità, che ha un importante ruolo da svolgere all’interno delle aziende e delle risorse umane. Abbracciando un sapere che porta a quell’equilibrio che mancava nelle organizzazioni. Un processo innovavo di crescita e di miglioramento che come con i grandi campioni dello sport, raggiunge il traguardo.